Teatro integrato

Referente: Elvis Pernet

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DESTINATARI

la formazione è rivolta agli insegnanti e agli operatori delle scuole di ogni ordine e grado, che lavorano in classi in cui sono presenti uno o più allievi con diagnosi dello spettro autistico.

Il teatro può essere utilizzato per promuovere l’autoconsapevolezza, per sviluppare capacità sociali, di gruppo e di espressione fisica, e per stimolare la creatività nei soggetti con diagnosi dello spettro autistico, qualunque sia il loro livello di sviluppo. Attraverso l’attività teatrale si ricorre all’interpretazione di ruoli, alla narrazione e all’improvvisazione per esplorare problemi personali e sociali, esso permette di interpretare azioni quotidiane, che vengono qui isolate e riconosciute come “piccoli pezzi di vita” più facilmente riconoscibili e gestibili dai soggetti autistici. Il teatro rappresenta l’individuo nel suo rapporto con gli altri e il mondo che lo circonda. Spesso, se fatto con bambini in età preverbale, può favorire l’interazione sociale, la comunicazione e lo sviluppo del linguaggio. Inoltre, mediante il “gioco del teatro” si lavora su tecniche che promuovono la percezione del corpo e l’uso di tutti e cinque i sensi.

Non esistono, tuttavia, regole preconfezionate per questo tipo di teatro perché tutti gli individui con autismo sono diversi gli uni dagli altri. Ciascuno di loro, con la propria originalità e le sue caratteristiche, è il motore per progettare un percorso individualizzato e adattato alle sue esigenze.

Generalmente gli individui con disturbi dello spettro autistico possiedono uno scarso potenziale creativo, ossia la possibilità di sviluppare un pensiero immaginativo connesso all’esperienza della vita reale. In essi si manifesta incapacità di effettuare collegamenti creativi tra le cose o con le persone, di capire il rapporto di causa-effetto e, in virtù della mancanza di una teoria della mente, la mente degli altri. (Baron-Cohen, 1995). Fra le caratteristiche dell’autismo vi sono delle problematicità nella relazione e nella comunicazione con gli altri, con un conseguente danneggiamento dell’immaginazione sociale e della flessibilità di pensiero. Nell’autismo si manifestano difficoltà a elaborare e comprendere le situazioni sociali ed emotive, l’incapacità di sviluppare un “sé esperienziale” e di creare autonarrazioni (Powell e Jordan, 1993), ma attraverso il lavoro teatrale si ha la possibilità di riflettere sul sé così come viene sperimentato nel mondo e in relazione con gli altri; nel teatro è possibile utilizzare forme di comunicazione verbali e non verbali, giocare con l’espressione di sé e una flessibilità di espressione, mettersi nei panni degli altri e poter comprendere altri punti di vista e rivivere esperienze di vita vissuta. Nel teatro si può comunicare, si può conoscere e usare il corpo, il volto e la voce per interagire con gli altri anche in maniera differente rispetto alla quotidianità: a teatro si può fingere di essere ciò che non si è!

Infine, nel teatro si instaurano delle relazioni, si gioca con sé stessi e con gli altri, si impara a rispettare i turni e a stare in gruppo, a ordinare in sequenza, a creare storie insieme e ad osservare.

FINALITÀ

Questo percorso, inserito nelle offerte del Punto Formativo Autismo, prevede di costruire un progetto di lavoro adattato alle esigenze specifiche di bambini e ragazzi con disturbi dello spettro autistico. Non esistono regole specifiche perché l’individualità dei soggetti in questione ci pone di fronte ad una varietà di situazioni e di potenzialità che dovranno essere correttamente valutate e considerate al fine di una progettualità efficiente.

Attraverso un percorso creativo che utilizza il linguaggio del teatro, in tutti i suoi aspetti, si accompagnerà il bambino/ragazzo verso un miglioramento o uno sviluppo dei legami sociali e degli aspetti relazionali, fra i quali la socievolezza, la curiosità, l’interazione e la giocosità.  

Altra finalità del laboratorio, ma in realtà di tutto il PFA, è la contaminazione delle realtà nelle quali il laboratorio si inserisce. È infatti auspicabile che questa attività funga da volano per nuove iniziative nell’ambito delle attività teatrali che possano essere attivate e gestite dagli insegnanti delle scuole che ospitano il laboratorio.

OBIETTIVI:

  • Migliorare gli aspetti relazionali, sociali, l’autostima e la stimolazione del linguaggio attraverso la tecnica teatrale.
  • Lavorare in gruppo: stare con gli altri e aprirsi alla relazione.
  • Sviluppare la consapevolezza dell’espressività della voce e del corpo, la capacità di imitazione e di finzione, degli aspetti non verbali della comunicazione.
  • Utilizzare oggetti e persone come mezzi per comunicare.
  • Esplorare i diversi aspetti del sé: sviluppare la consapevolezza di sé, che comprende la conoscenza dei propri attributi fisici, della propria personalità, della propria famiglia e della propria storia personale.
  • Rivivere situazioni e/o eventi per capirne il significato ed accettarne alcuni aspetti.
  • Lavorare sulle proprie emozioni e imparare a riconoscere le proprie sensazioni, comunicarle e confrontarle con quelle degli altri.
  • Creare, provare e interpretare copioni per arricchire le conversazioni quotidiane del bambino/ragazzo.

CONTENUTI e PERCORSO

La formazione è organizzata sulla base di laboratorio che potrà essere sviluppato con un gruppo di allievi o con la classe. Saranno organizzati due percorsi, uno per la scuola dell’infanzia e primaria, l’altro per la scuola secondaria di primo e secondo grado.

Attività di training teatrale:

Il benvenuto - riscaldamento, rilassamento e conoscenza.

Ascoltarsi: ascoltare il proprio corpo e percepirsi come entità in uno spazio: percepire la propria presenza e quella degli altri.

Conoscere sé stessi e lo spazio.

Primo Contatto

Entrare in contatto con l’altro, fare insieme. Conoscersi.

Giochi di Fiducia

Imparo a fidarmi di me per fidarmi dell’altro.

Lo Sculpting

Gioco del Rispecchiamento, dell’Ipnosi. Le parti del corpo parlano. Tutti fanno come…. Andature. Le statue di cera.

L’oggetto: qualcosa che racconta di me.

La fotografia.

Le emozioni parlano - Il muro delle emozioni.

Esercizi per l’uso della voce

Riscaldamento e uso della voce: respirazione e controllo del respiro; emissioni di suoni e rafforzamento delle corde vocali.

Improvvisazione - Breve testo - Sceneggiatura

Attività di gruppo: dal piccolo al grande gruppo. Ideazione e stesura di un eventuale copione. I testi e le frasi che accompagnano le azioni si possono trarre da alcune improvvisazioni, che mediante metodi specifici possono contribuire a sviluppare un certo tipo di comunicazione. In più, possono essere utilizzati anche canzoni, filastrocche o semplici giochi di parole.

Elementi accessori e scenografia (breve analisi).

Utilizzo di oggetti, costumi o altro materiale di scena a scopo comunicativo. Questa fase può rivelarsi molto importante nei casi di autismo in cui l’oggetto assume un valore sensoriale e si manifesta frequentemente sottoforma di attaccamento o semplicemente per il solo contatto con esso (sensazione tattile, suono che produce, aspetto e possibilità di manipolazione). Vi sono dei casi di autismo in cui anche le parti del corpo (spesso di altri) sono utilizzate come oggetto.

Possono essere utili in questa fase del percorso degli interventi di tipo artistico, ad esempio la costruzione di marionette o altri componenti che diventeranno la scenografia, elementi tratti dal teatro delle ombre…ecc.

TEMPI

La formazione si articola in due fasi:

  • prima fase di formazione della durata di 6/7 ore (una giornata)
  • seconda fase: incontro di 3 ore per confrontarsi sulle attività svolte nelle classi, discussione e analisi delle problematicità, degli aspetti positivi e nuove proposte.

BIBLIOGRAFIA




 

 

 

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